Oggi 8 marzo, si piange un’altra giovane donna uccisa per mano di chi diceva di amarla. 35 anni di nazionalità ucraina, uccisa a Rosarno, nell’appartamento in cui viveva con il compagno, anche lui ucraino. L’uomo è stato fermato nella notte dalla polizia, dopo alcune ore di ricerche, ed è sospettato di essere l’autore dell’omicidio.
Il corpo è stato trovato nella tarda serata di ieri, alla vigilia del giorno della festa della donna, dal proprietario dell’appartamento in cui la vittima viveva. Sul corpo della donna, da un primo esame del medico legale, sono stati riscontrati molti segni di violenza e di colluttazioni, anche pregresse. Sul posto è intervenuta la Polizia. Gli investigatori si sono subito messi alla ricerca del compagno della vittima che nel frattempo aveva fatto perdere le sue tracce. Avviate le ricerche è stato individuato e fermato nelle campagne di Rosarno. La coppia viveva da molti anni a Rosarno, ed erano immigrati regolari.
Secondo un’analisi realizzata per l’8 marzo dalla Direzione centrale della Polizia criminale, i casi di femminicidio in Italia nel 2022 sono stati 103; dall’inizio del 2023, 20 sono le vittime. A queste, purtroppo, vanno aggiunti gli ultimi due casi: quello dell’anziana uccisa dal marito a Trieste il 6 marzo e il femminicidio avvenuto a Rosarno (Reggio Calabria), proprio l’8 marzo.
La violenza di genere è una delle principali forme di violazioni dei diritti umani, in tutte le società. Alla sua radice c’è una cultura patriarcale che alimenta storici divari di genere, secondo i quali la donna ricopre un ruolo inferiore all’interno della società, in ogni suo ambito. Dall’istruzione al mondo lavorativo, dalle relazioni di coppia al lavoro di cura familiare. Una visione che non contempla nessuna emancipazione della donna dai ruoli prescritti e che troppo spesso si traduce in atti di violenza psicologica o fisica.
Gli episodi di violenza contro le donne avvengono principalmente, anche se non solo, nella sfera domestica. Sono nelle gran parte dei casi parenti, partner o ex partner della vittima a commetterli. E quando tali violenze sfociano nell’omicidio vengono definite, con diverse accezioni, “femminicidi“.