La delegazione del Gruppo d’azione locale con il direttore, Francesco Arcidiacono, ha partecipato all’ultima edizione del Salone del Gusto di Slow Food
Una filiera alimentare di grande valore che diventa attrattore turistico per visitare una delle aree protette più interessanti e variegate del Sud Italia. Partendo dai prodotti di qualità, che innescano sul territorio sistemi di economia sostenibile, il Gal Pollino Sviluppo ha scelto di partecipare, nello stand di Slow Food Calabria, all’edizione 2022 del Salone del Gusto – Terra Madre, esportando il valore identitario della Cipolla Bianca di Castrovillari e il Cardoncello di Campotenese.
«Due filiere diverse ma rappresentative di quello che abbiamo intenzione di valorizzare sul Pollino – ha dichiarato Francesco Arcidiacono, direttore del Gal Pollino Sviluppo – Prodotti coltivati in area protetta, affidati a produttori custodi che fanno della tradizione il valore sostenibile di una produzione su piccola scala che diventa modello di economia possibile coinvolgendo tanti giovani che ritornano alla terra».
Il direttore Arcidiacono e il funzionario Nino Filodoro hanno partecipato a Parco Dora, presso lo stand di Slow Food Calabria, alle giornate dedicate ai Gal regionali, esaltando con la loro presenza anche un’altra filiera che ha ricevuto il presidio Slow Food: il fagiolo poverello bianco che ora si allargherà all’area sud Basilicata, ampliando la rete produttiva e la capacità di stare sui mercati.
La Cipolla Bianca di Castrovillari, che attraverso il comune del Pollino guidato dal sindaco, Domenico Lo Polito, oggi presidente del Gal Pollino, è diventata una De.Co. ora già punta all’allargamento della superfice produttiva e alla rete dei produttori che mantengono vivo un presidio alimentare legato alla tradizione agricola della città del Pollino. I Cuochi dell’Alleanza di Slow Food Calabria l’hanno esaltata in due ricette in particolare durante i giorni del salone del gusto. La versatilità della cipolla si è sposata con il Riso Carnaroli di Sibari, unita alla fonduta di caciocavallo di Ciminà e la salsa al fico d’india, e poi in una padellata di cipolla e patate della Sila unita al guanciale di suino nero.
La coltura del fungo Cardoncello di Campotenese, che rappresenta invece un altro sistema produttivo di montagna sostenibile nella sua coltivazione e utilizzo in cucina, è stato protagonista di un piatto a base di straccetti di carne podolica e peperone roggianese.