La solidarietà che fiorisce nelle nostre comunità è una preziosa occasione di animazione alla pace ma anche di gesti concreti di sostegno e vicinanza così S. E. Mons. Francesco Savino Vescovo della diocesi di Cassano Jonio durante la Messa in Cena Domini nella Basilica Minore della Città delle Terme che quest’anno ha scelto per il rito della lavanda dei piedi, famiglie ucraine ospiti nei comuni e assistite dalla Caritas diocesana. 50 famiglie che sono scappate dalla guerra. “Diciamo subito che viviamo una Pasqua insanguinata a causa di questo folle, crudele, insensato conflitto; Papa Francesco l’ha chiamata un sacrilegio nei confronti di Dio, questa guerra fra la Russia e l’ucraina, ha detto S.E.Mons. Francesco Savino, Vescovo della diocesi di Cassano Jonio, durante la Messa in Cena Domini, non dimentichiamo anche tanti altri conflitti che ci sono nel mondo, conflitti dimenticati. Io questa sera, dal momento che abbiamo già accolto parecchi nuclei familiari in diocesi, ho pensato qui in Cattedrale di lavare i piedi e delle famiglie ucraine con dei bambini.
Che cosa significa questo gesto così riattualizzato nella nostra disponibilità ad accogliere i nostri fratelli e sorelle dell’Ucraina significa, che noi come chiesa locale ci dichiariamo come abbiamo fatto con i fratelli immigrati che scappavano e scappano dalla fame dalle guerre che, noi come chiesa siamo una chiesa inclusiva dove il paradigma del nostro essere in chiesa include e non esclude nessuno e, soprattutto noi siamo dalla parte delle periferie geografiche ed esistenziale perché proprio nelle periferie che si fa l’esperienza dell’incontro con Cristo crocifisso è risorto”. Toccante il momento quando il Vescovo Savino ha lavato i piccoli piedini di un bambino ucraino. Qual è l’augurio che io posso fare in questa Pasqua è che la guerra venga cancellata definitivamente e che la parola Pace che è la prima parola che Gesù risorto dice apparendo alla Maddalena . Allora che la Pace non sia tanto una parola del vocabolario, non sia tanto una pia intenzione ma la parola Pace, diventi una prassi, uno modo di operare di tutti gli uomini e le donne ad ogni latitudine. E aggiungo che se la Pasqua è passaggio, distruggiamo ogni muro di separazione, ogni forma di razzismo, ogni forma di violenza perché, è Pace, tutte le volte in cui si afferma la bellezza, si afferma il potere della grazia su ogni forma di peccato”.