Dio è il primo lavoratore, il lavoro riflette l’attività di Dio
“Non siete soli”: sono queste le prime parole che desidero vi giungano, da parte del Vescovo di Cassano all’Jonio, nelle ore, infinite e dolorose, che dipingono un palcoscenico temporale in cui lottate, con la forza della disperazione e la caparbietà della ragione, per il riconoscimento di un vostro legittimo diritto.
Se pur fisicamente lontano per qualche giorno dalla mia amata Diocesi di Cassano, impossibilitato nell’essere al vostro fianco e di stringermi a voi, seguo, con trepidazione ed empatia, la vostra protesta.
Con sgomento, nel vedervi incatenati ai cancelli del vostro luogo di lavoro, penso all’ossimoro concettuale che questa complessa e paradossale situazione sta generando. Se da un lato le catene sono il simbolo della prigionia, della sottomissione, della sconfitta della più intima natura dell’uomo, dall’altro lato il lavoro è libertà, dignità, affermazione di un concetto semplice e potente: l’uomo cura il mondo anche attraverso il proprio lavoro, mondo che gli è stato donato da Dio. Con la propria opera l’uomo lo rende un posto migliore, si prende cura del suo simile, della natura, della terra, contribuisce a rendere il creato fruttifero di nuove meraviglie.
Mi chiedo: come può tutto ciò non essere rispettato?
Come è possibile PUNIRE il lavoro con l’indifferenza, mortificare il giusto con la superficialità organizzativa che porta a non retribuire per mesi padri di famiglia, a fronte di un diritto maturato e riconosciuto?
Papa Francesco quando ha parlato di lavoro l’ha definito una priorità umana, e quindi cristiana:
<<Il mondo del lavoro è una priorità umana. E pertanto, è una priorità cristiana, una priorità nostra, e anche una priorità del Papa. Perché viene da quel primo comando che Dio ha dato ad Adamo: “Va’, fa’ crescere la terra, lavora la terra, dominala”. C’è sempre stata un’amicizia tra la Chiesa e il lavoro, a partire da Gesù lavoratore. Dove c’è un lavoratore, lì c’è l’interesse e lo sguardo d’amore del Signore e della Chiesa>>.
Dio, creando il mondo, è stato il primo lavoratore e nel lavoro di ogni uomo c’è dunque il seme dell’opera di Dio. Partendo da questa verità, il Vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio chiede VERITÀ.
Chiede che chi è deputato a dare risposte non taccia, non temporeggi, non attenda ulteriormente, non nasconda pensiero e parola dietro l’opportunismo e l’opportunità dell’ignavia.
Chiede che questo sia il tempo della RESPONSABILITÀ, perché è solo attraverso il riconoscimento della verità che il SENSO DI RESPONSABILITÀ riesce a far germogliare, sarà possibile esercitare GIUSTIZIA e restituire PACE ai cuori di uomini, donne, bambini, di famiglie figlie di Dio, cioè colui che è stato il primo dei lavoratori e che nel lavoro trova importante manifestazione della propria essenza.
Presto sarò tra voi e con voi. Vi rivolgo una preghiera: non cedete alla disperazione. Non abbandonate la speranza di giustizia, non indugiate nel timore dell’arrivo dello spettro di un’ineluttabilità che mente a voi stessi e ai vostri cuori. Nessuno può lottare al vostro posto, ma non dovrete lottare da soli.
Il Vescovo di Cassano all’Jonio è al vostro fianco.
Vi stringo nelle mie preghiere