La guerra, il rancio, un soldato, un nome, una dedica. E poi il ricordo e una minuziosa ricerca storica. Come quella di Bruno Michelon di Lavis, in Trentino, che due anni fa ha attraversato tutta la nostra penisola per riportare in Calabria, ai parenti, la gavetta dimenticata del soldato Vincenzo Pistocchi che aveva combattuto nella Seconda guerra mondiale. Una ricerca storica che è andata avanti per Bruno Michelon e che quest’estate lo ha riportato nuovamente nel territorio calabrese per ricostruire la storia di un altro soldato misteriosamente scomparso nel nulla. Lo straordinario e ben noto ritrovamento di Michelon ci parlava di una gavetta dimenticata da tre soldati che una sera del 1945 chiesero ospitalità ai suoi nonni, ma andati via già la mattina dopo, lasciarono il piccolo recipiente sul cui fondo era inciso il nome del caporal maggiore Vincenzo Pistocchi, classe 1916, mat. 45501 distretto di Cosenza, fante del XXXVI B.M.D. (Battaglione Mortai Divisionale) Forlì e la dedica “Mamma ritorno da te, sperando in Dio”. Bruno Michelon ci ha spiegato che soltanto nel maggio 2020 era emersa in lui la curiosità di trovare il proprietario di quella gavetta e che dopo tante difficoltà era riuscito a risalire alla triste vicenda del soldato, Vincenzo Pistocchi, nato il 20 gennaio 1916 a Cerchiara di Calabria, deceduto a 29 anni nel campo di concentramento di Gorlitz (Stalag VIII – A) per tubercolosi il 25 gennaio 1945, sepolto a Bieleny/Varsavia(Polonia) – Cimitero Militare Italiano d’Onore.
Dopo varie telefonate al Comune di Cerchiara, Michelon era riuscito anche a restituire ad una nipote del soldato, Teresina, figlia del fratello Francesco, la gavetta. Eppure la sua ricerca storica non si è conclusa quel giorno, anzi, è diventata ancora più incredibile e ricca di emozione perché, in pieno lockdown, è stato contattato da una giovane donna di Aquaformosa, Antonietta Grillo. La donna, navigando in internet aveva appreso di quel ritrovamento e ne era rimasta profondamente colpita e, avendo nelle memorie di famiglia la storia di uno zio, Giacobbe Grillo, partito anch’egli come soldato nello stesso periodo del Pistocchi, ma mai ritornato a casa, anzi di cui si era perse completamente le tracce, ha chiesto aiuto a Michelon. Di Giacobbe Grillo, ci ha raccontato la nipote, rimaneva soltanto una vecchia foto: «era un giovane bellissimo, biondo, in paese lo chiamavano il tedesco. Con ogni probabilità aveva fatto lo stesso viaggio del Pistocchi, almeno fino a Taranto, poi le loro strade s’erano divise, per sempre. Non è mai rientrato ad Acquaformosa, non ha mai dato notizie di sé dopo la guerra, era dunque disperso, ma tra i tanti che invece erano ritornati, alcuni dicevano di aver visto Giacobbe con una pistola puntata in faccia da un tedesco, altri dicevano che invece furbescamente era riuscito a sottrarsi alla morte, anzi s’era tolto la divisa militare che indossava, aveva disertato ed era fuggito con i tedeschi in Germania.
Mia nonna lo aveva pianto a lungo, così gli altri fratelli, ma nessuno di loro sapeva dove fosse finito e spesso lamentavano il fatto che li avesse dimenticati tutti, lasciandoli nella miseria e nella fame». Così Antonietta Grillo, decisa a far luce su questa storia , con la disponibilità di Bruno Michelon, dopo un susseguirsi di altre telefonate, di altre richieste formali all’Ufficio di Catanzaro, di altre ricerche d’archivio e d’anagrafe, grazie anche all’interessamento del generale Marasco, è giunta a ricostruire la verità storica: il soldato Grillo Giacobbe Giovanni Battista che nacque ad Acquaformosa il 21/08/1919 è morto, da eroe in guerra, il 3/08/1940, precisamente in Albania, ed oggi è sepolto nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari, settore 27 fila 5. Una scoperta carica di emozione per la nipote, unico parente a conoscere finalmente come siano davvero andati i fatti per un altro povero soldato e così, dopo settantasette anni, il primo luglio 2022 Bruno Michelon è ritornato a Francavilla marittima e, insieme ai familiari di Vincenzo Pistocchi, ha accolto la nipote di Giacobbe Grillo per onorare la sua memoria, per ricordare la storia di questa grande ricerca, una storia ricca di amore e compassione che ha incrociato e unito il destino di due uomini del passato, due servitori della Patria e che ha oltrepassato i confini del tempo per essere restituita alla memoria della collettività.