Ricordo quel pomeriggio in libreria in cui mi ritrovai in mano questo libro: Cuccette per signora. Ho fatto quello che mi capita di fare con un titolo ed una copertina che mi incuriosiscono, l’ho preso ed ho iniziato a leggere alcuni passi. Dopo averlo acquistato ( e dopo averlo letto ) ho capito cosa volesse dire, e cioè che fino a qualche anno fa in India nella stazione di Bangalore , sui treni notturni di seconda classe ci stavano degli scompartimenti dedicati alle donne, le cosiddette cuccette per signora. Un libro bellissimo dunque ( e alla fine devo dire, ottima scelta ), in cui la scrittrice indiana Anita Nair racconta in maniera delicata ma approfondita, della situazione della donna in India fino ad una ventina di anni fa.
” Akhila non ha mai comprato nemmeno un biglietto per un treno espresso fino a questo momento. Non è mai salita su un treno notturno, diretta verso un luogo che non ha mai visto. Akhila è quel tipo di donna. Fa quello che ci si aspetta da lei. Tutto il resto lo sogna “.
E racconta appunto di Akhila, 45 anni nubile ( cosa quasi inaudita per l’India ) che ha sempre anteposto tutto a sé stessa. Per la sua famiglia ha evitato la felicità personale ed ora si ritrova a fare i conti con il proprio passato, ed a decidere che è venuto il momento di essere felice solo per sé stessa. E così, decide di partire in treno, da sola, per una località di mare. E questo vagone di cuccette per signora si trasforma in un mondo solo femminile dove Akhila scopre se è possibile per una donna, vivere senza un uomo.
Nel suo scompartimento ci sono sei posti: uno lo occupa lei, e gli altri sono occupati da altre cinque donne con cui si creerà un legame. E questo legame si creerà attraverso il racconto di ognuna delle proprie storie, storie che apriranno ad Akhila un mondo, e alla fine le insegneranno più di quanto lei non si aspettasse.
” Akhila era distesa. Aveva gli occhi pesanti, ma non riusciva a dormire. Margaret era scesa a Coimbatore. Prima di scendere si era passata un pettine tra i capelli, si era sistemata le pieghe della sari, poi aveva detto: ” Akhila, se mai possiedo una qualità, è quella di essere immune a quello che la gente pensa di me”. L’impressione da me avuta in quella breve lettura in libreria era giusta: la scrittura di Anita Nair è affascinante. Non solo, riesce con ironia e sensibilità a svelare il viaggio della mente di sei donne, e lo fa attraverso profumi e colori, senza trascurare i pericoli. Durante la lettura vi capiterà di immedesimarvi in ognuna delle donne che occupano lo scompartimento, e alla fine vi sembrerà di fare il viaggio insieme a loro! E allora…Buon Viaggio