Nelle librerie il nuovo romanzo dell’autore di “Atti osceni in luogo privato”
Come accade spesso dopo aver letto il primo romanzo di un autore (ed averlo apprezzato) si aspetta il secondo e si corre subito in libreria, curiosissimi di iniziare a leggerlo. ” Atti osceni in luogo privato” di Marco Missiroli lo avevo letto in tre giorni, con questo lo ammetto, ho avuto un impatto diverso, ed all’inizio credevo di non capire quale fosse l’intento della storia, perché non c’è una divisione in capitoli vera e propria e la mia lettura ad un certo punto sembrava quasi “forzata”.
Continuando nella mia lettura però, ho apprezzato lo stile, e soprattutto l’idea, perché si capisce poi che lo scrittore vuol far sviluppare la trama in un modo diverso, e devo dire che alla fine mi è piaciuto tanto anche questo. “Appena lo vide scomparire oltre la scalinata, Margherita si appoggiò alla porta di vetro e abbassò la testa. Perché non aveva avuto il coraggio di accompagnarlo in classe? Perché non aveva avuto il fegato, come diceva sua madre, di attraversare quell’ingresso e dirigersi verso quel bagno? E perché tremava adesso? Si allontanò lenta, aveva voglia di fermarsi ma si costrinse ad arrivare in strada, superò la cancellata e abbottonò il cappotto.”
Inizia tutto, e ruota tutto attorno ad un “malinteso”, perché così viene chiamato l’incontro tra un professore e la giovane studentessa Sofia. All’epoca del “malinteso” Carlo e Margherita sono una giovane coppia di sposi nel pieno dei trent’anni e in una potenziale, e soddisfacente carriera: titolare di una piccola agenzia immobiliare lei, professore universitario e scrittore irrisolto lui. Un presunto tradimento dunque, Carlo che soccorre in bagno Sofia, una studentessa, e da qui inizia una sorta di ossessione per quest’uomo che vede nella studentessa la giovinezza, la libertà e forse anche il talento che insegue per sé. Carlo vorrebbe scrivere, e non c’è mai riuscito, ed il posto da professore l’ha ottenuto grazie all’influenza del padre.
Margherita invece avrebbe voluto fare l’architetto, ma la sua porta dell’ambizione a un certo punto l’ha chiusa scambiandola con la stabilità di un lavoro presso un’agenzia immobiliare. Per lei invece, tutto si complica durante una seduta di fisioterapia, quando Andrea il fisioterapista appunto, le fa sentire la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari, innescando interrogativi sulla sua fedeltà e sulla sua storia. “Man mano aveva visto quelle esperienze come necessarie, una formazione per se stesso, e ora se le ripassava in mente come lumi flebili, quasi didascalie: ne aveva avuto bisogno, era stato capace. Ora sentiva di aver oltrepassato il cliché del tradimento, l’evasione del tradimento, la curiosità del tradimento, la risposta a un’insoddisfazione che il tradimento rivelava. E se tradire, per lui, fosse stato il modo per tornare a essere fedele a Margherita?”
All’inizio vi dicevo dell’impatto su questo libro. E così andando avanti nella lettura diventa poi un romanzo classico, perché in fondo racconta una storia d’amore destinata alla stragrande maggioranza di chi legge. Ma Missiroli è molto bravo a descriverle, a raccontarle queste storie, perché le cose che descrive sono quelle che tutti cerchiamo e pensiamo, e che non richiedono mai un momento giusto: capitano e basta! Insomma, “Fedeltà” è una storia di debolezze, di fragilità e in questa fragilità mentre leggiamo cerchiamo di trovare la chiave di tutto: il confine tra dedizione e infedeltà, e fino a quando possiamo pensare che “il male è necessario”. Chissà com’è leggere questo libro, per poi scoprire che essere (in)fedeli non significa altro che prendersi cura, ognuno a proprio modo. Buon Viaggio