sabato, Novembre 23, 2024
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Taylor Hawkins

by Luigi Salerni
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Uno di questi giorni il suolo cadrà da sotto ai tuoi piedi; uno di questi giorni il tuo cuore si fermerà e batterà il suo battito finale; uno di questi giorni gli orologi si fermeranno e i tempo non significherà niente…”.

Uno di questi giorni è stato venerdì 25 marzo, quando in un hotel di Bogotà in Colombia viene ritrovato il corpo senza vita di Taylor Hawkins, batterista dei Foo Fighters, spentosi all’età di 50 anni. Sembra incredibile ma a volte, senza un apparente motivo preciso, la mattina ti svegli con un senso di inquietudine e capita che, istintivamente, prendi lo smartphone perché senti che qualcosa non va e cerchi una conferma. Conferma che per me è arrivata alle 6:31 di quella mattina, quando un messaggio di un caro amico mi dà la triste notizia che, in poche ore, sta facendo il giro del mondo, lasciando sgomenti centinaia di migliaia di fans e colleghi. Già, perché i Foo Fighters sono per i più la band di Dave Grohl, che il talentuoso musicista fondò poco tempo dopo la morte di Kurt Cobain e dopo la fine dei Nirvana, ma per i fans della band la figura di Hawkins nei Foo Fighters era centrale quanto quella del carismatico leader, vuoi perché anche il simpaticissimo batterista aveva carisma da vendere, vuoi perché era la sua energia forsennata creava un connubio perfetto con quella di Grohl.

La famiglia dei Foo Fighters è distrutta per la tragica, prematura morte del nostro amato Taylor Hawkins. Il suo spirito musicale e la sua risata contagiosa vivranno con noi per sempre”. Poche righe di comunicato dalle quali, però, emerge la disperazione e il vuoto che il biondo batterista lascia nei suoi compagni di band. Quando Dave Grohl decise di proseguire la sua strada nel mondo della musica con una nuova band, la sua scelta fu di diventarne il frontman, lasciando il ruolo di batterista a William Goldsmith, che però non vi rimase a lungo. Nel frattempo Hawkins, all’epoca batterista della band che seguiva Alanis Morrisette in tour, incontrò in una stazione radio il collega Dave Grohl e fra i due scoccò una scintilla immediata, quella che Dave definì senza troppi giri di parole “amore a prima vista”, tanto da definire di recente il suo amico e compagno di band come “un fratello di madre diversa, uno per cui ti prenderesti senza problemi una pallottola”.

La Morrisette si accorse subito di questa particolare chimica fra i due e così fu facile profetessa nel prevedere che a breve i due avrebbero unito i loro percorsi artistici e non solo. E così, quando Goldsmith lasciò i Foo Fighters, Taylor si candidò immediatamente per rimpiazzarlo, con somma gioia dell’amico Dave, del quale divenne inseparabile compagno di scorribande sui palchi di mezzo mondo. Era impossibile non notare l’intesa fra i due: un videoclip, un concerto, un’intervista erano sufficienti a capire che Taylor era la “mezza mela” di Grohl. Era più che frequente che i due si scambiassero i ruoli nei concerti, con Dave che andava a sedersi dietro alle pelli per lasciare al suo gemello biondo il ruolo di frontman per una manciata di minuti. Il divertimento era assicurato e gli sguardi fra i due erano carichi di intesa. Entrambi, poi, sono stati importanti per la crescita reciproca: all’epoca del suo primo ingresso in studio con la band, Hawkins non sapeva neanche da dove cominciare, non avendo esperienza di registrazione ed essendo solo in grado di suonare dal vivo le canzoni scritte da Dave; questi, perciò, lo instradò, aiutandoloa migliorarsi sotto l’aspetto artistico e fu ricompensato a dovere dall’amico che contribuì a rendere i Foo Fighters una delle rock band più amate al mondo: il suo drumming ispirato ai suoi idoli di sempre, Roger Taylor dei Queen e Stewart Copeland dei Police, la sua carica pazzesca, la sua enorme creatività, il suo entusiasmo da eterno ragazzino ne facevano il partner in crime perfetto per Dave Grohl e hanno dato ai Foo Fighters la spinta in avanti per essere una band con tutti i crismi e non il solo progetto del batterista orfano dei Nirvana.

Di più: Hawkins era riuscito a dare a Dave un motivo per andare avanti con convinzione, dopo il suicidio di Kurt Cobain; la spinta emotiva del biondo drummer ha fatto sì che Dave Grohl incanalasse tutta quella rabbia, tutto quel dolore in una convinta voglia di mettersi in discussione ancora una volta. Per questo motivo, oggi, è davvero pesante immaginare lo stato d’animo del leader dei Foo Fighters, crollato di nuovo nell’incubo di perdere un amico fraterno, come già era successo 27 anni fa. Ci vorrà tutta la forza che Dave Grohl mette nella sua intensità interpretativa per riuscire a rialzarsi, come gli auguriamo di fare presto. Intanto, fans e colleghi di tutto il mondo restano ancora senza parole per l’accaduto e il coro del cordoglio ha coinvolto davvero tutti, da Roger Taylor e Brian May dei Queen, a Slash, dai Coldplay a Liam Gallagher, da Elton John a Ozzy Osbourne, passando per Ringo Starr e Flea dei Red Hot Chili Peppers, nessuno si è voluto esimere dall’omaggiare il batterista e amico, con messaggi accorati o con dediche dal vivo perché quando una persona come Taylor Hawkins scompare è davvero difficile colmare il vuoto che lascia e ognuno sente il bisogno di esprimere questo vuoto per non caderci dentro, anche se ripartire ogni volta, e questa in particolare, è davvero dura.

“un fratello di madre diversa, uno per cui ti prenderesti senza problemi una pallottola”.

Dave Grohl

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